Che dire, ho sempre amato Vairetti in tutte le sue incarnazioni degli anni '70, ma esattamente 20 anni fa ero rimasto deluso da Taka Boom (a mio parere davvero un disco debolissimo), mentre Palepolitana del 2015 mi aveva fatto capire che il livello si era notevolmente alzato, ed era tornato il Vairetti che conoscevo, con tanta esperienza in più e un sound anche più raffinato.
Con "Il diedro del Mediterraneo" abbiamo un disco ancora più bello e mi azzardo a dire, oltre che superiore a Palepolitana, degno di stare accanto a Suddance. Un disco che propone una scrittura matura proprio a livello di canzoni e come sound è una sorta di compendio di tutta la storia della band (compresa l'esperienza dei Città frontale e della formazione del 1978).
A Suddance rimanda chiaramente "Ti ritroverò" (co-autore del brano è Gigi Venegoni), mentre al sound di "El Tor" è affine "Tempo". Bellissima anche "Zuoccole e Tammorre" (Vairetti in generale sembra davvero rivitalizzato vocalmente in questo album) mentre "Signori della terra" riporta addirittura alle parentesi sognanti di "L'uomo" e "Palepoli". "Tu" è il brano più affine al pop, ma ne esce vincitore grazie agli arrangiamenti, allo spazio dato agli strumenti e a una scrittura di classe.
Il brano conclusivo (Caracalla '71) è commovente ricordo di quell'esperienza della band (Elio con il flauto soffia il primo suono/Io con gli occhi chiusi sussurravo "L'uomo").
Per me è in generale uno dei dischi italiani più belli degli ultimi anni, la penna di Vairetti è ispirata (sue buona parte delle musiche e i testi), la voce è in grande forma, la band che lo accompagna è certamente all'altezza.
A questo punto direi anche che secondo me è - a 72 anni suonati - forse l'autore e interprete - tra gli storici del prog italiano ancora attivi - più in forma di tutti a distanza di 50 anni dall'esordio.
Consiglio anche il libro biografico uscito a ottobre (L'uomo. Sulle note di un veliero, di Franco Vassia) perché racconta in maniera coinvolgente la carriera musicale, teatrale e artistica, oltre che la vita di Lino Vairetti sin dall'infanzia.
Tre brani:
https://www.youtube.com/watch?v=6Cc9jFKy-1U
https://www.youtube.com/watch?v=nzvnVJqeVB0
https://www.youtube.com/watch?v=EmP4ov5a-Lk
Con "Il diedro del Mediterraneo" abbiamo un disco ancora più bello e mi azzardo a dire, oltre che superiore a Palepolitana, degno di stare accanto a Suddance. Un disco che propone una scrittura matura proprio a livello di canzoni e come sound è una sorta di compendio di tutta la storia della band (compresa l'esperienza dei Città frontale e della formazione del 1978).
A Suddance rimanda chiaramente "Ti ritroverò" (co-autore del brano è Gigi Venegoni), mentre al sound di "El Tor" è affine "Tempo". Bellissima anche "Zuoccole e Tammorre" (Vairetti in generale sembra davvero rivitalizzato vocalmente in questo album) mentre "Signori della terra" riporta addirittura alle parentesi sognanti di "L'uomo" e "Palepoli". "Tu" è il brano più affine al pop, ma ne esce vincitore grazie agli arrangiamenti, allo spazio dato agli strumenti e a una scrittura di classe.
Il brano conclusivo (Caracalla '71) è commovente ricordo di quell'esperienza della band (Elio con il flauto soffia il primo suono/Io con gli occhi chiusi sussurravo "L'uomo").
Per me è in generale uno dei dischi italiani più belli degli ultimi anni, la penna di Vairetti è ispirata (sue buona parte delle musiche e i testi), la voce è in grande forma, la band che lo accompagna è certamente all'altezza.
A questo punto direi anche che secondo me è - a 72 anni suonati - forse l'autore e interprete - tra gli storici del prog italiano ancora attivi - più in forma di tutti a distanza di 50 anni dall'esordio.
Consiglio anche il libro biografico uscito a ottobre (L'uomo. Sulle note di un veliero, di Franco Vassia) perché racconta in maniera coinvolgente la carriera musicale, teatrale e artistica, oltre che la vita di Lino Vairetti sin dall'infanzia.
Tre brani:
https://www.youtube.com/watch?v=6Cc9jFKy-1U
https://www.youtube.com/watch?v=nzvnVJqeVB0
https://www.youtube.com/watch?v=EmP4ov5a-Lk